GRAZIA FLAIM: GIUDICE DA 30 ANNI, SCHERMITRICE NEL TEMPO LIBERO “UNO SPORT CHE MI COMUNICA UN BUON ALLINEAMENTO TRA PSICHE E CORPO”

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GRAZIA FLAIM: GIUDICE DA 30 ANNI, SCHERMITRICE NEL TEMPO LIBERO “UNO SPORT CHE MI COMUNICA UN BUON ALLINEAMENTO TRA PSICHE E CORPO”

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CAGLIARI – La scherma è un po’ come la legge: uguale per tutti. Non fa distinzione di genere, etnia, età o professione. La si può iniziare a 5 anni come a 50 e innamorarsene comunque perdutamente. Grazia Flaim è un giudice amministrativo tra i più esperti e apprezzati d’Italia, con quasi 30 anni di udienze e sentenze. Nata a Trento, da anni si è stabilita in Sardegna, dove ha deciso di vivere con la sua famiglia. E qualche anno fa, proprio per una fortunata coincidenza familiare, ha scoperto la scherma. Da genitore, prima, poi da atleta Master. Che ora punta ai Campionati Italiani che si disputeranno a Cagliari la prossima primavera.

Quando e come ha iniziato a praticare la scherma?
Ho iniziato quattro anni fa all’Accademia d’Armi Athos, poi c’è stato il Covid di mezzo. Mia figlia già faceva scherma là, quindi c’è stato un coinvolgimento famigliare. Ho fatto un po’ di esperienza quando eravamo nella vecchia palestra, prima di trasferirci in Viale Bonaria, quando Maurizio Fuccaro ha avviato il corso Master.

In che categoria è?
Ora sono entrata in categoria 3, faccio spada, l’ho presa un po’ come l’occasione per fare un po’ di sport facendo una vita molto sedentaria, poi ho capito che era un po’ un insieme tra l’esigenza di fare moto e piacevolezza della disciplina. Sicuramente è stata una scelta indovinata.

Cosa le piace della scherma?
Essendo trentina, da giovane ho fatto tanto sci e altri sport. In ogni contesto mi piace trovare stimoli nuovi. Non avevo avuto ancora l’occasione per provare la scherma, era una novità, poi mi è piaciuto che sia una disciplina in cui aspetto psicologico e fisico sono molto uniti. La scherma mi comunica un buon allineamento tra psiche e aspetto di fisicità. A una certa età uno fa le cose che gli piacciono, non per dovere o raggiungere chissà quali risultati.

Le gare?
Faccio quelle regionali con piacere e quando posso faccio anche le nazionali. Con un po’ di esperienza posso dire che le Master nazionali si possono fare, le gare con gli assoluti non sono per me. Mi sono qualificata una volta, sono andata ad Ancona, ma ho capito che era meglio lasciar perdere. Le gare Master invece le faccio con uno spirito di provare gusto.

Quest’anno ci sono i Campionati Italiani Master a Cagliari. Ha fatto già qualche gara nazionale in stagione?
Dovevo andare adesso a Terni ma ho avuto problemi di lavoro, ero a Roma, poi viaggio con Venezia sempre per lavoro. Andrò a fare Busto Arsizio a fine marzo perché è essenziale riuscire a partecipare almeno a una prova per potersi iscrivere ai Campionati Italiani. L’anno scorso ero andata a Courmayeur sempre facendo Busto Arsizio, quest’anno i Campionati Italiani sono sulla piazza di casa, ci impegneremo quel minimo che serve per fare una bella figura.

Ha trovato qualche affinità tra il suo lavoro e la scherma?
Una tattica psicologica è importante anche nel diritto, le questioni non si risolvono con l’intelligenza artificiale, applicando le norme in modo secco. Ci sono i rapporti con le persone anche lì.

Con l’impegno che le richiede il suo lavoro, quanto tempo riesce a dedicare agli allenamenti?
Fino all’anno scorso, che lavoravo a Cagliari, cercavo di essere abbastanza costante. Siamo aperti dalle 7:15 tre volte alla settimana e quando uno arriva a quell’ora, se ha lavorato bene, la giornata è maturata. Cerco di andare un paio di volte a settimana anche se ora è più complesso perché a settimane alterne lavoro a Venezia, ma provo lo stesso a fare il più possibile. Anche quando sono stanca a fine serata, quando non avrei voglia di uscire, faccio quello sforzo in più e quando poi torno a casa sono contenta, mi sento bene fisicamente. Evito il rischio che il mio fisico prenda la forma di una sedia, visto il lavoro che faccio.

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